“Racconto la mia storia non perché sia unica, ma perché è la storia di molte ragazze”
Malala Yousafzai
La storia è piena di donne che hanno combattuto e portato il cambiamento, l’innovazione, il progresso, nonostante la società del passato e in alcuni casi come in questo, quella attuale, non le aiuti ad essere protagoniste.
La Storia di Malala
Questa volta parliamo di un’attivista dell’educazione femminile in Pakistan, nonché la più giovane vincitrice di un premio Nobel per la pace di tutti i tempi: Malala Yousafzai.
Malala nasce in Pakistan nel 1997. Nonostante nel paese la nascita di una donna non fosse sempre motivo di celebrazioni, il padre, sempre stato suo alleato nel corso della sua vita, è determinato a darle le stesse opportunità che avrebbe avuto un uomo.
Nel 2008, i talebani occupano la sua città nella Swat Valley e impongono restrizioni quali il divieto di possedere una televisione o fare musica. Tra queste, anche il divieto per le donne di andare a scuola.
Malala ha solo 11 anni.
Negli anni successivi, Malala fa del diritto all’educazione per le donne una battaglia, intervenendo in comizi e occasioni pubbliche. Nel 2012, un uomo mascherato, che cerca proprio lei tra la folla, le spara alla testa; Malala riesce fortunatamente a sopravvivere.
A seguito di questo tragico episodio, la famiglia si trasferisce in Inghilterra, a Birmingham, dove Malala viene anche curata, e la sua storia diventa nota a livello internazionale. Il colpo di pistola ricevuto comporta molti interventi e mesi di riabilitazione, ma allo stesso tempo scatena in Malala una determinazione ancora maggiore e pone sotto le luci della ribalta in tutto il mondo le sue battaglie.
Decide quindi di dare vita, insieme al padre, al Malala Fund, una società no-profit che ha l’obiettivo di dare a ogni ragazza l’opportunità di scegliere il proprio futuro. Nel 2014, riceve il Nobel per la pace.
Il Malala Fund
Il Malala Fund adotta un metodo innovativo e diverso per ridurre il numero di donne che non vanno a scuola, che oggi è pari a 130 milioni. L’idea di fondo, infatti, non è quella di investire in scuole, ma di costruire un network per queste donne che possa facilitarle non solo nella formazione, ma anche nella vita professionale.
L’investimento complessivo finora realizzato è di 22 milioni di dollari in 8 paesi in via di sviluppo: Afghanistan, Brasile, Etiopia, India, Libano, Nigeria, Pakistan e Turchia.
Negli ultimi anni, il fondo opera per contrastare la pandemia da Covid 19. Quasi il 90% dei paesi del mondo ha chiuso le scuole nel tentativo di rallentare la diffusione del virus. Per la maggior parte degli studenti, la chiusura delle scuole è temporanea. Ma una ricerca del Malala Fund mostra che circa 20 milioni di ragazze nei Paesi a basso e medio reddito potrebbero non tornare più in classe.
Malala, con il suo fondo, supporta le organizzazioni nel continuare ad assicurare la didattica a distanza per tutte e affianca gli insegnanti con dei corsi di training. Inoltre, esercita attività di lobby sui governi affinchè affrontino la tematica con priorità.
Malala insegna a lottare per i propri obiettivi e ad andare oltre gli ostacoli che inevitabilmente si trovano sul percorso, a non sottovalutare mai le potenzialità delle donne, che devono credere maggiormente in loro stesse.